giovedì 27 novembre 2008

Sig. Meibi_102 Seme cattivo.

Radici che stritolano, si allungano ogni momento, succhiano la vita per far crescere un seme cattivo, piantato nel cuore.
Rami e foglie si arrampicano, arrotolano, torcono, tagliano e arrivano nel cervello, tolgono la luce, l'aria, il respiro...
Umida mucillagine nel buio del tronco che tutto lacera.
Putridi fiori e spore velenose inquinano ogni cosa si avvicini.
Intorno solo vuoto: il silenzio che ha creato il seme cattivo.
Guarda gli altri alberi senza capire del tutto il perchè, non sembra diverso eppure ogni cosa che tocca, muore, lui può solo uccidere.
E' un seme cattivo.
M.

venerdì 21 novembre 2008

Sig. Meibi_101 Alla fine dell'arcobaleno...

... vuole la tradizione, che ci sia una pentola piena d'oro, lasciata dagli gnomi, tanto tempo fa.
Percorro l'illusione multicolore sino alla fine, prendo la pentola, è vuota.
No, non è vero: sembra vuota.
Guardo bene in quel pozzo nero, nel fondo, tra echi di solitudine, nel nulla che riempie, qualcosa c'è:
Paura.

giovedì 20 novembre 2008

Sig, Meibi_100 Traguardo.

Dovrebbe esserlo.
Molti festeggiano questi numeri.
Per me è il contrario.
Sono ancora qui.
M.

giovedì 6 novembre 2008

Sig. Meibi 99_Tra le tante cose che...

...che non ho capito c'è la seguente.
Il motivo per cui se uno fa la fesseria di dire (magari in quel momento solo per stile gothic-burton-noir, senza magari in quel momento nessuna intenzione), ad esempio:
"non aver paura, che la quantità di sangue di un prelievo è troppo poca per schiattare... peccato"
si scatena un putiferio di crocerossine-predicatori, mai visti prima e che mai vedrai più, che vogliono convincerti -scandalizzatissimi- che stai sbagliando, la vita è bella, và vissuta in ogni istante, rilassati,la vita è sacra, "ma non esiste, così giovane", "ma sei pazzo" (ma anche sì, eh.. ma solo per il "costo" della spiritosata...) ma AL CONTEMPO quelle stesse persone, o meglio, "siamo" capaci serenamente di scavalcare chiunque sia seduto per strada a chiedere soldi o frughi nella spazzatura;
lasciare un gattino agonizzante e dire "che schifo" su un marciapiede;
non fermarci davanti ad incidenti (anche o proprio) se li facciamo noi); sfracellarci di alcolici/grassi/fumo etcetc;
inventare milleotocento modi per uccidere e cucinare un animaletto;
aulin se l'elastico della coda tira un po' la zucca;
farci venire un ictus con maledizioni annesse se "quello davanti" non scatta prima ancora del semaforo verde o quello dietro ci supera alle poste;
maledire il figlio se rovescia per sbaglio il bicchiere dell'acqua sul tavolo;
dire peccato ceh nn c'è più la pena di morte;
dire mio figlio di un anno e mezzo è cattivo gli do' l ansiolitico o due schiaffi sinchè non capisce che deve fare quello che dico io;
sbuffare incazzati per ogni azione e gesto compiuto o scelta evitabile, tipo : "devo andare in palestra, che palle" (...credo non ci sia cosa al mondo più nominata delle sacrosante palle);
prendere a calci il cane che ha avuto il torto abbiare 2, dico 2, volte;
dare del coglione a uno e mandarlo al diavolo per come vive la sua vita (ammesso che poi abbia scelta davvero) solo perchè la guardiamo con le nostre griglie ristrette, ma non stiamo giudicando eh, siamo solo sinceri... etcetcetc...
e via in cose ben più serie di queste o altre meno...
Taglio corto per evitare l'effetto sermone, ma il senso si è capito.

Quindi, davvero, pliz...

domenica 2 novembre 2008

sabato 1 novembre 2008

Sig. Meibi 97_Disallineamento.

Mi capita spesso di notare come le emozioni che provo (io e molti altri, come me e non) siano disallineate rispetto a quelle della media delle persone, o per lo meno a quelle che manifestano e dicono di avere e ti ordinano di provare, chiaramente a parità di circostanza.
Fermo restando che quando qualcosa non ci tocca, è molto facile e buono e giusto restare serafici e santi, senza sfoderare quell'animale opportuno per la circostanza, che si è in realtà, qua però non mi riferisco ai soliti ventagli di "consigli", ma a situazioni emotive condivise dai più, in un certo momento.

Il problema, però, è sia quantitativo che qualitativo.

Ossia, ad esempio, non solo troppe lacrime, per troppo tempo, ma anche rabbia in luogo di disappunto dove magari un semplice "vaffanculo" sanerebbe rapidamente ogni divergenza, mettendo entrambi d'accordo sul fatto che si è avuto a che fare -rispettivamente- con dei rapprasentanti fecali e ciao. (come anche il contrario, cioè non riuscire/potere manifestare turbamento -pur provandolo in modo travolgente ed idem per i sentimenti positivi, ovvio, meno probabili ma non impossibili).
Od anche, sempre come esempio, trovare straziante a morte la povera particella di sodio nel bel mezzo di un litigio all'ultimo sangue, del quale non ce ne frega niente, benchè dovrebbe, eccome!
E sorvolo su quelle totalmente sballate tipo panico gratis o euforia sul niente, che meritano un papiro a parte.


Quindi si può essere, variegatamente:
"esagerato, te la prendi troppo, ma fregatene" oppure
"tu si che sei forte e affronti tutto" o
"stronzo insensibile" o
"smidollato senza palle" o
"buffone esibizionista" ..etcetc..
peccato che niente di questo sia vero, o meglio lo è, perchè è quello che si vede, non lo è nel cuore e nella mente, perchè li c'è solo confusione, e vien fuori una cosa così, che nn ha ragion d'essere all'apparenza.
E' quasi una risposta incontrollata a una situazione (interna ed esterna) che se agli altri funziona come effetto con valore pari a 5, a noi fa effetto 8 o 2, in quel momento. Od anche, un effetto "x" che si manifesta in un comportamento 8 o 2 (che potrebbe benissimo essere l'opposto la volta dopo).
C'è qualocsa di starato, indubbiamente, sia verso l'intero che verso l'esterno.
Sfasato, disallineato.
Non lo so, ma non va bene lo stesso. O magari si, se non ci fosse sempre quella sensazione di sbagliato dentro e intorno. Ops.. ma bisogna volersi bene da soli, no? A sapere come fare nonostante tutto, magari...


Ma c'è un peggio, al peggio: ossia quando nessuna emozione è presente - e ci dovrebbe essere, invece (o per lo meno gli altri ce l'hanno)- e può far da guida alla situazione, perchè, giusta o sbagliata, molta o poca, degnandosi comunque di prenderti per mano, ti condurrà o verso un rimpianto o un rimorso o ad un "ok" (vabbè, per noi non lo è mai, ma facciamo finta), ma almeno è sempre una direzione.
O comunque c'è ma è così appallottolata che non arriva non solo ad una manifestazione fisica ma neanche di consapevolezza, stà nel sottoscala dell'inconscio proprio. Poi per certo si scoglierà in un altro momento inopportuno, ma quando ci deve essere, non c'è. Proprio non c'è.

Diverso, quindi, è non sapere cosa provare, perchè quel niente, che forse invece è troppo tutto in una volta, è così disorientante da non avere più nome.
Ed è in questi momenti che si ha la consapevolezza di non avere certi confini psichici, ossia a capire di essere permeabile ad ogni cosa, come se tutto e tutti avessero il diritto di fare di te quello che vogliono, solo perchè gli va e poi ciao e tu? niente, stai li a guardare, pazienza tanto è uguale....
O, viceversa, sei impermeabile a tutto in quel momento (non per sempre però, primo o poi si "salta" e anche male), lontano da chiunque perchè non puoi partecipare, perchè non capisci il perchè di tanta gioia/dolore in un dato evento che non ti sfiora in alcun minimo modo.

E sei sempre un freak nell'anima, qualunque sia il tuo aspetto.
Anche perchè diventa impossibile autodefinirsi, essendo tutto e il contrario di tutto nello stesso momento, e non sai chi sei e come fai, visto che ogni volta è una sorpresa...

Allora bisogno pianificare a tavolino emozioni e risposte e sperare di fare sempre la cosa giusta.
Ma soprattutto, con naturalezza.
Osservando tutto dal di fuori, nella speranza che ci sia qualcuno o qualcosa ad indicare uno straccio di possibilità, ti prenda per le spalle e ti punti dove è più giusto andare, poichè è impossibile seguire l'ennesima polpetta masticata e risputata di "fai quello che ti senti", quando non hai assolutamente idea di cosa senti.
Naturalmente la "strategia operativa" migliore è l'evitamento, ma non sempre è possibile, perchè delle volte il nemico, colpisce inatteso.

Ci tengo a sottolineare che non si tratta di ipocrisia, perchè l'pocrita sa cosa prova ma mostra il contrario o perlomeno qualcosa che non sente, ma "si deve dire" perchè fa "contesto" ed è giusto far così per un risultato di eterno splendore.
Anche se, comunque, oramai, non posso non chiedermi se, tutti quelli che vedo così ben allineati e inseriti, siano, invece, soltanto molto ben ammaestrati e dei grandi attori millantanti paradossale spontaneità.

Forse è un po' come una partita a scacchi dove devi anticipare "cosa accade se", quando ancora non lo sai in automatico, non hai l'"occhio", e comunque lo devi fare nel minor tempo possibile, anche se qui poi si gioca solo per difendersi a ben vedere.

Lo so che tutto ciò fa molto Dexter, ma purtroppo è vero... quindi se ci saranno in giro più serial killer vi terrò informati.. nel frattempo sperate di non essere i primi a scoprirlo (su di voi, chiaramente) :)
M.