mercoledì 10 settembre 2008

Sig. Meibi 87_Danza perversa

E contare i minuti di tutte le notti pensando a cosa avrei dovuto dire "al posto di", cosa avrei dovuto fare "invece che", su eventi ripassati e setacciati talmente tante volte da essere ormai trasparenti, così lisi da sembrare garza.
E ringraziare la sveglia mattutina che interrompe questo denso incubo lucido, ma inevitabile e magnetico, che risucchia come un vortice e mi porta via l'anima e la mente, passando dagli occhi.
E questa danza perversa di possibilità conduce sempre e solo alla dilaniante conclusione che, qualsiasi cosa avessi detto e fatto, di qualsiasi alternativa -pensata mille volte o ancora rinchiusa in qualche neurone- mi fossi avvalso, non avrebbe cambiato assolutamente niente.

24 commenti:

Anonimo ha detto...

LASCIA PERDERE DIO

Partiamo da qui. Credi che l'universo, escluso Dio, non sia più sacro?

Credi che l'uomo, la donna, che sia bambino, giovane, adulto, o vecchio, non siano un miracolo?

Che Dio ci sia o non ci sia non cambia la bellezza e il mistero di ciò che vedi intorno e di ciò che senti dentro.

Aggiungerei che tu sia microbo, castoro o quercia secolare, pensi che cambi qualcosa di questa percezione misteriosa, di bellezza, che a volte fa quasi paura?

Quando nasci tu non sai chi sei, ma lo fai ugualmente, sei senza chiederti chi sei.

Anche il resto dell'universo è senza chiedersi chi è. Almeno così sembra finora.

L'unico che si chiede chi è, pur “essendo” di professione, sei tu.

Lasciamo perdere Dio. Ci sono già un mucchio di buoni argomenti per rimanere incantati davanti a se stessi e all'universo.

Essere affamati, digerire, riprodursi, respirare, cercare tutte le soluzioni al continuare a vivere, è il nostro “essere” senza capire chi si è, senza chiedersi perché si è, né precisamente veramente dove si è.

La domanda e le risposte poste negli intervalli del vivere per vivere, fanno di noi un'entità speciale, intoccabile, rispettabile, difendibile, quotabile.

Lascia perdere Dio, qui è una questione tutta umana.

Prima di esseri divini, c'è sufficiente umanità da difendere, da costruire, da rispettare.

La bontà, la giustizia, la pace, l'amore non esistono.

Esistono uomini buoni, giusti, pacifici, che amano.

Aldilà di un comandamento divino.

Aldilà dell'incontro con una storia che potrebbe cambiare e valorizzare la mia umanità.

Io c'ero prima dell'incontro con Dio.

Se Dio c'è è perché lo incontro, ne prendo atto, credo, e cambio modo di vedere l'universo e me.

Lo posso fare con dei punti quasi certi, delle scelte quasi radicali, delle piste nuove su cui fondare l'esistenza, sconvolta dall'incontro con Dio.

Ma.

Ma Dio c'è prima ancora dell'incontro con me.

Io e Dio prima, pur essendo, non ci tangevamo.

Vivere senza Dio non fa di me un uomo peggiore, né migliore.

Già nell'essere uomo DEVO essere migliore, HO la responsabilità di essere attento a me, a come sono, al fatto che comprendo ed esprimo, che sono qui e lo capisco, lo percepisco, che sono circondato da altri percepienti come me.

Non DEVO imitare gli altri esseri viventi impostando la mia vita sul loro modo di vivere, sono solo piante ed animali.

Gli animali sono senza sapere di essere. Forse. Almeno così sembra.

Il fatto certo è comunque che IO PENSO e SO che penso.

Io stesso che sto parlando ora e tu che stai ascoltando ora, sappiamo di essere.

Non DEVO imitare la lotta per la sopravvivenza come scopo o come stile della vita, per il semplice fatto che POSSO PENSARE di non farlo e posso VOLERE non farlo, perché comprendo l'universo e me e so che io sono.

Quando ho fame mangio. Così pensa il cane o il gatto. Io posso voler digiunare, così, anche per poesia, perché penso e sono UMANO. Non posso distruggere me stesso, né un altro essere umano, né volere il mio o il suo male, proprio perché meravigliosamente così diversi dal resto, e non dovrei distruggere neanche il resto, colonizzando e marcando il territorio come un animale, perché sono diverso, sono UMANO, SO di esistere e me ne chiedo fantasticamente il perché.

Se esiste Dio, lascialo perdere, sii prima Uomo e basterà già per dover essere migliore.

Dio esiste e mi ama. Lo so perché me l'hanno detto e perché l'ho incontrato sulla strada del mio pensare, ed esiste secondo Se Stesso. Se fosse onnipotente potrebbe schiacciarmi o spegnermi come un fiammifero già mezzo bruciato, ma non lo fa, è onnipotente ma non fa l'onnipotente. Dio mi ama e sono suo figlio, questo è ciò che mi hanno detto di Lui. Questo fa di Lui un perdente. Un perdente volontario, perché mi lascia vincere, come un padre gioca alla lotta con il figlio. Potrebbe vincere ma non lo fa.

Se c'è Dio, è quel Dio scritto nella storia, preciso, con un nome ed un volto che non ti aspettavi. L'unico possibile per quanto ne sappiamo, non un blando dio immaginato secondo la tua ipotetica immagine.

Dio è un Dio che ti ama. Così è scritto, così è stato vissuto da tanti altri.

Sa che amandoti ti lascia vincere, ed anche se perde, vince un po' anche Lui..

Dio ti ama, se esiste e se vuoi..

Lascia perdere Dio o lasciaLo perdere, ti prego..

Siccome puoi, se vuoi, ti prego..

Lascia “perdere” Dio..




(Neuroni che si perdono?)

Meibi ha detto...

Leo^^ , Grazie per aver dedicato tanto tempo a me e alla mia visione del mondo.

Diciamo che, avendo in questo momento una vena polemica, avrei la tentazione di ribattere punto per punto, anche perchè ho bisogno di capire "il succo" di tutto ciò, che ammetto aver qualche difficoltà a cogliere (limite mio, di questo momento, e me ne scuso).
Il mezzo, sicurametne, non è dei più facili.

Ti dico le imprssioni generali però, e magari poi mi dici se non ho capito niente, e prometto di tornarci, con mente più sgombra.

Il tono è assolutamente pacato e colloquiale, proprio da conversazione amichevole.

Da quello che ho capito è che da una parte sembra un delitto chiedersi chi si è, e sembra invece il massimo dell'evoluzione, esistere allo stato istintivo.

Sembra un invito implicito a lasciarsi esistere come viene, che fa molto "laguna blu" volendo, ma tutto sommato non puoi neanceh scegliere di regredire volontariamente ad uno stato "infantile" (per non dire stimolo/risposta) se sei "in un certo modo".
Se funziona per un cagnolino, buon per lui, purtroppo non funziona per me.
uno) perchè non lo decido (posso prendermi in giro, si, ma non certo a lungo; posso recitarlo, si , ma metà cervello non c'è e non posso certo ignorare l'evidenza);
due) perchè non mi basta. Uno stato edonico è piacevole certo, e non vuol dire che non ne viva, ma non mi appaga in se stesso;
tre) perchè vivere così ha ancora meno senso -per me- che cercare di capire ogni istante e sentirlo sin dentro le ossa.
quattro) ho dei bisogni che vanno oltre il fare "oooh" alle cose. Stupore che non nego mai, quando lo incontro e, credimi, è ogni minuto. MA non è un senso, non è una "cura", non è un "perchè", nè una ragione. Anche quello è un sentire, solo questo.

Dall'altra sembra che ce l'abbia con dio e tutto il creato.
TRanquillo che non te lo tocco :-D, semplicemente perchè non mi interessa nè mi riguarda, nè mi cambia niente.
Ammettendolo (visto che nn sappiamo spiegarci niente del nostro esserci, che per forza di cose ci debba essere qualcosa che ha dato il via al big bang, e ok), che mi cambia sapere che mi ama?
Mi spiace ma non so che farmene.

non discuto ora sul "strano modo di dimostrarlo" (ma non per me, ma all'umanità tutta), che son cose capziose e inutili, visto che son punti di vista e basta.
Ma sul serio, mi scivola sopra.

La chiesa (che è tutto tranne che dio) mi fa girare le balle, dio no.
Quindi non preoccuparti :)
Oltrettutto non penso si offenda se magari gli metto in discussione certe cose, non penso poi di avere l'esclusiva nè potere di disturbare in alcun modo :-D
Ci pensano già i suoi sostenitori!!! eheheh

Dio può essere quello che vuole/volete: l'altissimo delle grandi religioni, il dna, l'amore-del mondo-da-cui-tutto-proviene-e-verso-cui-tutto-ritorna, un ufo-uovo, una molecola d'acqua sottobraccio ad una di carbonio, una bottiglia o un ago, il partner, una tartaruga...
non mi cambia niente, adesso.

Qualisiasi definizione tu voglia dare alla vita/dio, è solo tua, del tuo credo/convinzioni, del tuo passato, delle tue mete. Definizioni e sentire più o meno stabile, ma sempre tuo resta.

La vita è uno stato, ci sei dentro. Punto. E' il tuo stato ora.
PEr me è uno stato di sottile sofferenza, disorientamento, non-senso e distanza emotiva e cognitiva.
Questo sfasamento, mi fa star male, e cmq non posso tener conto che molte altre persone sono perfettamente integrate (buon per loro, ma tendo a dubitare anche di questo, francamente), cosa che fa riflettere . Tutto qui.

Non dico che la vita fa schifo, nè che sia bella. Non è vero nè l'uno nè l'altro, per me.
Sicuramente poi, rispetto ad una "qualità di vita media", ho anche privilegi per molti punti di vista, per altri meno, come tutti mediamente. Quindi di certo non sputo nel piatto dove mangio.

MA sono io che nn mi ci trovo dentro, solo questo.
E il mio "starci" è in uno stato di disagio profondo.
E' un problema mio anche questo, non posso certo far carico nessuno.
Possono esserci tanti perchè, tante colpe, tante inevitabilità, etcetc. a seconda delle spiegazioni o dei punti di vista, ma di fatto è così.

con o senza dio, con o senza stupore, con o senza vivere attimi, significati esterni e cose così.

M.

Anonimo ha detto...

Eh già..
Neuroni che si perdono.
Non ti piace nè il cogito nè il sum, vero?
I colori non esistono. Li vedo solo io, così, differentemente dal toro, dal cane e dalle api.
Eppure per me esistono, ed anche per te. Sai perchè?
Perchè esiste il rapporto. Trasmissione/ricezione. La comunicazione tra la superfice, la luce, i miei coni e bastoncelli e me, apparato

ricevente/digerente.
L'ultimo Dio di Paolo è stoltezza per i pagani. Ti comprendo. Tra l'altro con tutti i rimaneggiamenti delle fonti non si sa neanche precisamente cosa è

successo e cosa ha detto quel dio là.. Si sa più di manitù..
Ma il discorso che facciamo noi due è pressochè identico. Io non voglio che ci sia un senso nel cogliere la bellezza dell'universo o del mio ontologico

funzionamento.
Voglio proprio che si parta da una percezione positiva dell'esistere, con affermazione funzionale, diversificata dal resto degli altri esseri viventi e dai

sistemi inanimati.
Proprio perchè la percezione mi induce a pensare che sono speciale, non animale e che il mio esistere basta a sè stesso per santificarlo, per incensarlo

da me. Freud esulterebbe con le proiezioni.
Sono io la proiezione di un dio.
Non mi interessa dio, quel dio lì della chiesa tanto facile da redarguire, per me può anche morire in croce.
A me interesserebbe il Risorto, ma questo non ti riguarda, riguarda me e le mie masturbazioni ecclesiali.
Mi interessa cogliere invece smontare ciò che percepiamo come sicuro (i colori e la teoria del Big Bang e altre futuribili teorie più apprezzabili) e

collocarle nel contesto più "sospettoso e dubitativo" rispetto alla realtà ignota.
Matrix docet. Pe non parlare della memetica.
E' un mistero la realtà, ma non è un mistero tutto ciò che percepisco. Anche qualora falsamente percepito.
Ahh.. magari..
Magari.. tu potessi recitare l'Altissimo Onnipotente Bon Signore. Sarebbe bello ma non puoi.
E' la vita media.
Quella certa in se stessa e certa dell'incertezza in se stessa.
Cypher in matrix avrebbe detto scelgo la pillola blu. Voglio non sapere che la bistecca è finta e assaporarne il gusto intensamente, ingannando il

cervello.
Quanto di quest'ultima frase è applicabile a ciò che percepiamno, viviamo, crediamo e avvertiamo disagiatamente?
Il disagio. Già, il disagio..
Come un mal di pancia dopo la pizza della sera prima..
Questo essere fuori posto nonostante non abbiamo neanche una idea precisa del posto di cui parliamo.
Distanza emotiva poi mi sembra poca. Ha ragione in questo caso il filosofo Vasco quando dice che la vita è un equilibrio sopra la follia, un brivido

che vola via..
Però.
Però perchè non darle un valore alto?
Perchè sminuirla?
Da quello che vedo e sento e percepisco, attraversando il cogito ergo sum, passando per le ombre platoniane e le monadi kantiane varie, a me sembra

di poter affermare che non è affatto poco.
Mi sembra tanto ed anche piuttosto prezioso, da non sprecare con un "ci sono dentro e via" ma con un "ci sono dentro e me la rivesto tutta in organza,

men che meno mediamente, sfiatandomi in ricerche di senso".
Voglio dare un senso.
Quindi colgo tutti isensi che mi piovono addosso, sventrandoli quanto più posso, sedendomici sopra e portandomeli dietro come un missionario sul

burrone.

A proposito. Ti ho scritto perche mi piace un sacco come scrivi.
Cito i passi più belli:
"così lisi da sembrare garza" (bellissimo)
"denso incubo lucido" (favoloso)
Mi sono piaciuti molto.
Ho perso il filo.
Va beh..
Vado a far cenare l'asino..
Alla prossima..

Leo^^

Anonimo ha detto...

E' un piacere leggervi

Meibi ha detto...

@LEo^^:
PEr evitare il papiro :p mi limito a questi punti, che mi "toccano" di più:

Voglio proprio che si parta da una percezione positiva dell'esistere
Anche io lo vorrei, ma non decidi come partire, fai solo come ti viene.
Non ha alcun senso in realtà, è solo una autoconvinzione umana pensare di "decidere" un sentire, una emozione.
Come nn decidi di innamorarti, ma al peggio lo reciti e siccome fai quei gesti pensi che sia amore, te ne autoconvinci, sinchè un giorno realizzi del casino che hai combinato, così non puoi decidere di essere positivo (o viceversa).


Mi sembra tanto ed anche piuttosto prezioso,
A te, appunto. E ti dirò, anche per me. Ma per me è troppo. Un troppo che non reggo e che fa male. Un troppo che non ci sto' a fare niente, a prescindere da bei momenti, medi momenti, brutti momenti.

"ci sono dentro e me la rivesto tutta in organza,
men che meno mediamente, sfiatandomi in ricerche di senso".

sfiatandomi .. ehhehe.. non esageriamo... ricerche .. pure... sarebbe anche presuntuoso e, davvero, non hanno senso.. in realtà non cerco niente, perchè non si tratta di cercare, ma di sentire. La famosa frasetta doc "il senso lo devi dare tu" è banalissimamente vera, se ci riesci. MA quando non ci riesci, qunado ti stai stuprando il cervello e l'anima per convincerti o, viceversa, anche in una cosa bellissima, mezzo cervello non c'è, hai voglia a dirtelo.
"Te lo godi" si, ma mezzo cervello non c'è.
E' una pietanza bella, ma senza sapore...

Insomma, prenditela con chi mi ha fatto depress-borderline! :°D

PS: grazie per i complimenti,le cose non le penso, apro la pagina e scrivo, così. Poi magari trovo ottomila refusi e ricorreggo, per un totale di 15 ingressi medi :D
non sono stò granchè heheeh..
preferirei tornare alle strip, ma mi prende un pò in tristezza e non so neanche il perchè...


@Veronica:
grazie, davvero. ma non voglio poi il conto dell'analista, è a tuo rischio! ;)
:°D
ghghgh
M.

Anonimo ha detto...

Accontentiamo Veronica..
Mezzo cervello non c'è. Lo dici spesso, come se si sia perso qualcosa.
La mia bidimensione esplosa mi gonfia due occhi, due orecchie, una bocca simmetrica, e tutte le altre simmetrie esplose qua e là..
La metà sinistra che regola la destra per uno strano incrocio sotto il collo.
Come se mi avessero girato e ritorto di 180° mezzo corpo ed ora vado in giro con la fortuna posta di dietro.
Quanto leggiamo sulle pareti di quella caverna, a volte anche i particolari delle ombre sono così netti e chiari..
Beh, non ci sto.
Sentire, sentire, io non sento, non assoporo, bensì mi nutro.
Mentre mi nutro a volte ho la bocca dolce, a volte amara, a volte indifferente, insipida.
Sento, si, ma non mi fido e vado oltre. Quell'oltre vestito di nuovo come le brocche dei dubbiosi.
Perchè il mio respirare dovrebbe fermarsi lì, spiaccicato come un ombra sulle mura imperfette?
E' grande, è intenso, non posso perderlo di vista, amaro o dolce che sia, o anche insipido, in ogni caso è un miracoloso nutrimento, e accade

qui, ora, nella mia autopercezione.
Un silenzio assordante tra mille percezioni e sensazioni, un vuoto di senso che è privo anche del suo senso d'essere.
Benedetto opilione, che costruisce quelle ragnatele perfette allo scopo. Istinto? Evoluzione? Bastano?
Cosa vedo? Vedo qualcosa di eccezionale e scopro che è naturale quanto la pietra levigata dalle onde. Noto che la casualità non esiste

affatto, che tutto è frutto preciso di un incontro soppesato di forze ed eventi. Farfalle che volano e foreste che crollano.
Ed ho fame. Questa benedetta fame doppia. Metà cervello non c'è, ma la panza c'è intera e le sue viscere mi sfuocano e rinfuocano i neuroni.
Perchè?
Perchè io (tu, noi, voi, altri) domando muto con gli occhi appena le mie funzioni primarie me lo concedono?
Guardo e osservo il nonsochè bucato.
Allora ritorno. Ritorno ad intendere che la struttura in legno e paglia su cui sono poggiato si chiama sedia e serve per sedersi, e per quanto

mi spieghi chiaramente i dettagli della sua struttura molecolare, il concetto appare indifferente ed esiste indipendentemente dalla

comprensione tecnica. Neanche me lo chiedo più, mi siedo e basta, lo visto fare ed imito. magari c'era un modo migliore di sedersi, ma ho

osservato e ripetuto e lo trovo normale e ci vivo dentro e mi ci siedo sopra. Sopra la sedia e sopra il suo concetto stabile.
E allora?
Vorrei poter spiegare le braccia e far finta di volare assaporando la sensazione del volo, con il desiderio appagato di aver dato un giusto

senso al senso che sento. Perchè se lo merita. Guardo quella pietra e so che un giorno potrei essere meno di lei, smembrato e irriconoscibile,

perso in polvere e ricordi che andranno via. Ma ora sono qui a guardarla e sento ora di essere più di lei vivo. Guardo quella storia ed

ascolto, in qualche modo arriva a me una possibilità di senso, provo, come con la sedia ad intendere con gli orecchi, le do una possibilità per

quanto bizzarra sembri. Spiega la mia vita, le da senso, la migliora, mi sento risorgibile, un po' più della pietra ed anche la pietra sembra più

sacra di prima.
Poi ritorno di nuovo ed accetto la sacralità in potenza del tutto, in cui io sono, cogito ed ergo mi valuto ampiamente pregiato, per ora, qui,

adesso e, nel caso, per sempre.
Tra le due pseudoillusioni e la non scelta, scelgo quella che mi fa respirare meglio, che mi sazia, come d'istinto, quando ho fame e tesso la

mia tela. Scelgo che quel dio esista e sia mio Dio, scelgo che quell'io uomo esista e sia il mio Io, il mio Uomo di riferimento, con e senza

dio, in cammino verso la scelta più respirabile.
Perchè mi da gioia, senza drogarmi o deprimermi.
Sono gioioso border-line, che vuoi farci..
Ah.. ecco.. il vocabolo giusto: è Pazzia.
Come un innamorato.
Stupido e perso.
Pazzo e gioioso.
Vivo.

Leo^^

(Veronica.. smettila di sorridere..)

Meibi ha detto...

LEo^^
Buon per te se riesci a sentirti così, mi semrba evidente che non hai problemi di depressione e non posso che gioirne.
Non è certo bello stare in un certo modo, visto che non lo scegli, e non voglio certo convincerti del contrario.

Mezzo cervello non c'è. Lo dici spesso, come se si sia perso qualcosa.
si lo dico spesso perchè è così. perchè l'ho avuto e l'ho perso, o si è scollegato o non lo so cosa. PEchè lo sento, perchè non era così, perchè ogni tanto succede di esserci totalmente è bè, sì, mi sento felice e sento un senso di completezza (finchè dura, CI SONO!)...
In rete avevo letto un post di una persona con dei problemi analoghi ai miei, purtroppo nn ho il link (ma se lo trovo lo posto), ma ha usato una metafora efficacissima, ossia:
"è come se guardassi la tv senza audio, e sentissi il sonoro dalla tv del vicino di casa, attraverso il muro, sintonizzata sullo stesso canale".
E ogni giorno, vissuto così, è un piccolo, tragico, incubo. Una recita di normalità che non ti appartegono con mezzo cervello spento, dove tutto gli passa sopra o prima o puoi muore.
M.

Anonimo ha detto...

Grazie leo per quest'ultimo commento. Manca solo una consonante alla parola cogito e sarebbe perfetto: cogito(r).
Il rettificare la posizione del cogito ergo sum è indispensabile per riconoscere che il pensare deve cedere il primato all'essere; perché ciascuno di noi pensa in quanto è... ed è in quanto voluto, pensato da Dio. Cogitor ergo sum.
Ciao ciao

Anonimo ha detto...

@ meibi: leggo il tuo intervento messo in linea mentre scrivevo il mio. Grazie per la testimonianza. Sorge una domanda. Hai parlato delle volte in cui capita di esserci totalmente e la visione delle cose cambia, rispetto a quando metà cervello si disconnette. Proprio per questo, meibi, bisogna distinguere tra una percezione della realtà "oggettiva", "attendibile", da una che è, per forza di cose, parziale (come il non esercizio dell'udito davanti a un televisore muto). Bacioni, Vero

Meibi ha detto...

Vero, non esiste l'oggettivo enon è quello del cervello intero, è solo che ti senti totalmente dentro il momento rispetto a quando lo vivi ma ti scivola via, solo questo.

PS: Perchè continuate a metterci dio dentro? non c'entra niente, n'è dentro nè fuori.
Non con me.
A voi basta e spiega, meglio; per me non serve a niente. E mi va anche bene così, francamente, non so che farmene, l'ho già scritto: non ve lo tocco, non mi interessa.
M.

Meibi ha detto...

"Vero" di prima era "Veronica", scusa.

Anonimo ha detto...

Ullalà questo dio ficcanaso..
Un concetto fastidioso e ingombrante, specialmente se percepito come inesistente e vacuo.
Capisco..
Cerchiamo il bosone che è meglio..
Uno dei problemi è che mi sorprende la facilità con cui viene liquidato un concetto/essere così ingombrante.
Finchè fosse stato Giove il fulminatore va beh.. tanto non tange. Il problema del dio inconosciuto è quello che ha l'unica chance in mezzo all'olimpo di avere una possibilità di essere.
Se un dio c'è e Lui che viene a parlarmi di sè, che interviene all'interno della storia in questo infinitesimale (probabilmente e relativamente) angolo di mondo.
E' proprio questa fastidiosa trascendenza che mi prude i neuroni e me li fa grattare. Non ho scampo: o è il più grande imbroglio o c'è qualcosa che mi è sfuggito.
Perchè l'ippogrifo non esiste e tutto ciò che immaginiamo è balordo per proiettarlo.
Un dio immanente sarebbe più comodo. In fondo starebbe lì per i fatti suoi e, creatore o no, nessuna tangenziale mi lega a lui. Perchè parlarne, perchè pensarlo.
Ma.
Se fosse così?
Molte cose quadrano, altre sono misteriose (cioè non quadrano), ma il problema è che se qualcosa quadra la mia esistenza cambia e si riveste diversamente di senso.
Dio tange.
Scendendo, anche il suo concetto fastidioso ed inutile tange.
Io non posso trattarlo come un bosone, c'è o non c'è, so o non so, il mondo me lo spiego forse meglio ma non cambia il mio respirare, la mia paura, il mio senso.
Avendo a che fare con i miei nervi coperti fuori e lanadivetro sulla pelle, il problema tange ed essendo ingombrande si piazza ovunque.
Lo sproloquio per indicare l'importanza ontologica di questo avvenimento speciale, un perchè no rielaborato frittatamente.

Volevo invece altresì parlare d'altro. Il lascia perdere Dio era una doppia focalizzazione: da un verso lasciarti abbracciare da un Essere che potrebbe essere tuo Padre (visto l'età veneranda), dall'altro (che poi è proprio il decuius) puntare il dito sul valore sacrale pur in assenza di sacro, in cui io, perso dio, mi rendo conto che la vita, l'io, il mondo, sono un momento importante ora, qui, adesso e devo rivestirli di bellezza meglio di quanto farebbe un comune animale mortale.

Il desiderio di morte (scusa il gioco sull'aspirante suicida, è involontario) è una vittoria intellettuale, laddove l'uomo e il suo pensiero si accorgono, dall'alto della torre, di aver capito tutto o di aver capito di non capire nulla e scelgono il ritorno al nulla come soluzione fetale inversa.
"Perchè mi avete svegliato?" gridò il neonato.
"Voglio rientrare nel buco" disse un comico negli anni '80. Molto profondo. C'era poco da ridere.

Se invece il risveglio fosse un po' più rinascimentale? se si ponesse sullo stesso piano l'io, l'ego, l'alter e l'es, per poi fucilarli in fila uno ad uno e spiare chi c'è dietro il muro?
"There is anybody out there?" pink floyd docet. Se ci fosse qualcuno la dietro? Se fosse possibile vivere intensamente, pienamente, sopra gli istinti, senza equilibrio, tutta la follia del vivere?
Cosa costa?
E perchè dovrebbe essere per forza vero il nulla? o il medionulla?
E alla fine, una volta spirato, Neruda che direbbe?
Grande Veronica.
Il grande dubbio è:
e se fossi pensato anziche pensare?
E pensando di essere pensato la mia vita cambia?
Si.
Io ti ho pensato. Ti ho scritto. Tu mi hai risposto. Trasmissione/ricezione, Comunicazione. Eppure non sai chi sono. Maschio/femmina, bionda/bruno, buono/cattiva. Cosa sai di me? Ciò che ho scritto. Peccato non possa sconvolgerti la vita. Mi piacerebbe. (In positivo, ovvio).
Niente.
Sono trasceso nel tuo blog, come Veronica, e tu mi hai risposto (egregiamente e in modo apprezzabilissimo).
Io sono contento (dal latino contentus=pieno) del tua dialogare, e benedico anche Veronica e la sua dolce intro-missione.
Spero che si continui a dubitare ancora insieme.
Non so se tutto questo delirare ti è gradito, a me si. Riconosco i piedi nella sabbia del deserto, la tenda impolverata dei miei padri, l'oasi desiderata, il valore che sida/nonsida alle cose del mondo e al mondo interiore.
E' difficile parlare con mezzo cervello, figurati ad uno frullato come il mio.
E' il mio Creatore che mi infastidisce con il suo robottino. E' un pessimo cuoco, non lo citerò più, così da lasciare spazio a tutto il resto.
Rerum, rerum, rerum natura, omnia munda mundis..
(Zitta Veronica!)
Mi candido a metà del tuo cervello e ti propongo di farmi da diabolico avvocato, così da punzecchiare le mie stasi..
Veronica, il triangolo non l'avevo considerato, ma l'indirizzo ce l'hai, no?
Senza impegno, eh? E' già così gravoso vivere..
Non cambierò post di intervento, così non disturbo gli altri visitatori..
Chissà.. un giorno ci si farà un pizza insieme.. a me margherita classica, con bufala e basilico, grazie..
Un abbraccio a tutti e due.
Basta poco, no?

Leo^^

P.S. volevo spiegare i due circonflessi dopo la firma: sono il simbolo dell'albatros. (Che sso' narciso..)

M@Mi ha detto...

^^ io lo uso per gli occhietti che sorridono :P eheheh (tipo ^_^ ma contratto)
eheh

M@Mi ha detto...

Volentieri per la pizza, :D spero nn ci resterai male nel scoprire che meibi ha una lunga treccia e tacchi alti...
:D

Meibi ha detto...

E' tutto molto più semplice. Tutte queste parole erano giochi che mi dicevo, mi divertivano e mi colmavano da giovane.

ORa è molto, ma molto più semplice, ed è solo, ed esclusivemente: "basta".

Non ci sono tuutto questo dietro.
E se ci fossero, nn mi cambierebbero nulla lo stesso.

E' solo *basta, io nn ce la faccio*. Punto. Resa.

Tutto il resto, che ci sia o no, bè, non mi interessa. Non arriva. Ogni tanto un pò di più, ogni tanto di meno, molta differenza la fa il "chi" e "come" certo, ma non arriva. Cosa ancora più semplice in fondo: non arriva.

Un guasto nella centralina? probabile. Fisiologicamente non siamo tutti guali, non capirò mai perchè lo debbano essere anche i cervelli/menti/anime etc.
Un guasto nella "cronologia"?
probabile. A parità di evento, si creano distorsioni spaziotemporali tanto irreversibili quanto incosapevoli.
Un guasto nella sequenza del dna? una svista di dio? un livello/prova evolutiva che devo vivere per evolvere spiritualmente? pura e seplice pigrizia e inettitudine? etcetcetc.
Cambierà? risucirò a farlo cambiare? accadrà qualcosa che me lo farà cambiare? mi piace talmente tutto ciò che voglio star così e me ne compiaccio e ne godo? non voglio cambiare o non posso cambiare? o forse è meglio lasciar scorre piuttosto che rendere rendere solidi i fantasmi?
Sapere tutte le risposte cambia qualcosa?
Mi chiedo se anche i "normali" hanno tutte le risposte.. o le hanno, forse, perchè la loro normalità è quella di nn mettersi o mettere mai niente in discussione e quindi far funzionare tutto con le frasi precotte.

Questo blog non è nato per ricerca, per trovare cure, per avere io ragione, per piangermi addosso, pubblicare una striscia a fumetti (eheheh, non mi sarebbe dispiaciuto però :P ), cantarmela in solitudine, etc...
Questo blog esiste per dare voce a qualcosa che c'è. chiamiamolo "disagio" tanto per sintezziare con una parola comoda ai più, o solo m"odo di esserci", che è come la vedo io.
C'è ed esiste, ma viene negato per vergogna, umiliazione, disistima; negato perchè socilmente non è ammissibile; negato perchè dobbiamo essere tutti positivi, andare avanti, volere tutto e sempre ed essere vincenti; negato perchè non vali neinte, sei sbagliato, sei guasto, storto, non vai bene, sei palloso, pesante, porti sfiga...
negato perchè qualche statuetta o chi per lei piange, negato perchè mamma e papà e nonna e zia non son contententi e non si aspettavano che uscissi così...

e lo neghi da solo poi, perchè la gente ha sempre una risposta precotta con cui farti tacere. E ci riesce a farti tacere, eccome. E lo fa per stare meglio. Loro però.
Si scocciano, li turbi, li rovini le convinzioni, li annoi, li disilludi, li smonti, si offendono...
Quindi meglio sempre prendersi in giro.

Ma un giorno il "basta" è stato anche per il mio tacere, per il mio recitare sempre e nascondermi sempre, per l'essere accondiscendemte sempre, etc etc.

PERchè alla fine tanto è uguale.
Il nulla è prima, il nulla continua dopo.

CErto, un blog è sempre nascondersi, nessuno sa niente di nessuno a parte lo scritto che può essere tutto e niente.
Ma può essere anceh strumentio di consapevolezza, forse anche di chi livella con facili convinzioni e le solite frasi tolte dall'almanacco delle giovani marmotte :°°D(ma è troppo ottimista questo).

Questo blog è solo per dire, a qualcuno che magari ci arriva con certe chiavi di ricerca, che:
"non sei solo".
questo sentire, giusto o sbagliato che sia, esiste, è vero, è difficile da raccontare, è difficile da capire per gli altri in primis ma soprattutto per se stessi. PErchè va contro ogni aspettativa, ogni meta, ogni normalità, ogni cosa che per tutti è "fantastica" a prescidere, ossia la propria esistenza.

E questo, invece, è solo un modo, tra i tanti possibili, di esserci.
Esisto solo per dire questo.
M.

Anonimo ha detto...

Ho cambiato idea.
Quattro stagioni ben cotta.
Applausi.
Ti sei ritirato per deliberare o per imprigionarti e morderti la coda?
Dal diario di là dentro.. ma chi sono questi la fuori che mi stressano, cos'è questo cordone che mi costringe a vivere, cose tutto questo fluire di sangue in mezzo al me? Che scocciatura mostruosa, non c'è neanche spazio e non riesco a pensare che mutezza.
Anche se a dire la verità sto comodo così. Non ho sentito ancora nulla delle stronzate che mi giungono ovattate da fuori. Suoni senza senso. Suoni sensa senzo. Suoni pensa penzoloni la mia lingua ritratta. Ho già il cervello in panne, l'altra metà è desunta e la pelle trasparente non si vede nemmeno in tutto il rossore venato.
Chi sono e che faccio qui, fetido di vita?
Ma mi vendico, aaah si che mi vendico, giuro, appena esco di qua, mi vendico. Prendo tutti i loro cordoni e glieli attorciglio al collo, anzichenò!
Tieni stupida parete! Ti prendo a calci volentieri. Se solo sapessi da dove uscire.
Basta! basta! non ce la faccio più, qui non si respira e non so perchè sto qua. Vorrei morire, andarmene via, uscire..
Vorrei nascere.
Vorrei nascere e scoprire che ho un senso. Sicuro la fuori c'è. Mi farò qualche gioco da giovane marmotta e poi un giorno da grande lo scoprirò, in una bella risposta precotta.
Magari potrò anche cucinarmele da solo risposte, più altolocate, più allucinate, da zittire me e gli altri, in modo che nessuno me ne dica di nuove o di vecchie, e che io non me le contraddica pur contraddicendole.
Ecco che farò: diro basta. Taglierò corto. Chiuderò le porte senza appello, spanando i ragionamenti, le risposte, gli abbracci, i sorrisi, il vivere sociale che tanto mi irrita narici e scrittura.
Applaudirò con ironia gli astanti che si avvicineranno al mio piccolo grande golem. Resteranno di sale senza potersi voltare indietro.
Niente pizza, non lo sanno che il pomodoro e la mozzarella fanno acido?
Niente acido, non lo sanno che il pomodoro con la mozzarella fanno una pizza?
Dirò che era un gioco senza niente dietro e che le risposte rimbalzavano dalla parete fin dentro il monitor, non precotte, ma finemente elaborate, con una carta maggiore per ogni sette presentato ed un asso che raccoglie tutto, me compreso, dentro il riccio inblogghito, pieno di interventi senza commento, e di commenti senza pronto intervento.
E' una danza perversa, vero, ed io non ci sto più.
Basta.

Come?
Da bere?
Guinnes ovviamente, più nera che puoi..
Pago io, chiaro.

Leo^^

P.S. Non è che io volessi andare avanti per forza, è che qua dietro spingono tutti porca miseria, 'sti cavolo di esistenti..

Visioni consigliate: Prologo dell'Era Glaciale 1 e 2. Con il mitico Scrat..

M@Mi ha detto...

Leo^^ perchè non apri un blog?
Sul serio!
PS: i cartoni sono il mio cibo hahehehe ... L'era Glaciale è bello tutto, zi zi!!!

Io confermo margherita e acqua, sono anfibia.. magari per la birra rubo un sorso della tua, non mi piace, ma un sorso rubato ha un suo perchè :)

Neeee, non sia mai che paghi tu!
E meibi lo lascio a casa :°D
M@

Anonimo ha detto...

Ok dolce M@mi, apro il blog.
Come lo chiamo?
Suggerisci..
E posa la birra, te la stai bevendo tutta..

Mmmm..

"Posa la birra" non è male come titolo.

C'è un certo non so che a rubarti l'acqua.. ops.. è finita tutta..
Posso tagliarti la margherita?
Mmmm..
Buona..
(chomp, chomp, gnam, gnam..)
Ops.. la margherita.. indovina..
Burp.. ops, scusa, sai.. la birra..
Secondo me è troppo cruda, meglio ordinarne un'altra per te..
EHI! uff.. va beh..
Cameriere!
Un'altra birra per favore..
Boccale grande questa volta, si..
Grazie..

"Boccale grande" potrebbe essere anche un buon titolino..

Anche:
"Su dalla rupe", "Cogito ergo spalma", "Cavi sciolti", "Cipresso felice", "Ambarabaciccicoccò", "Leologismi", "Sig.Tuibi", "Ubihomoibiclava", "Traveggo le escluse", "Iva incompresa", "La corazzata potipoti jonkijonki",
"Fritto mensile", "Aperto per ferie", "Chiuso per lusso".

E' arrivata la pizza..
Dai dammi una mano che intanto te la taglio io.
La pizza intendo, non la mano..

Sssssth..
Ho sonno..
Mezzo cervello secondo me già dorme..
Ti scrivo domani, tu intanto pensa, pensa, pensa..

Zzzz.. zzz.. zzz...

(Non come Paperino!)

Ma sii, vado a pensare anch'io..

Buona notte..

Leo^^

angela ha detto...

Ciao Leo secondo me sei un genio!!

M@Mi ha detto...

@Leo^^
bè, secondo Meibi, potresti usare proprio la tua riga di esordio, il titolo del tuo primo commento.

Io, in termini più scherzosi e leggeri, giocherei sul nick, sia leo (es. leo.pinoni o proprio leologismi, non è mica brutto :D ) che su ^^ (tenendo conto che le alucce nn si possono usare, bisogna esplicitarlo, ma è anche meglio )..
tu-ibi lo vedo male, ma ho riso mezz'ora :D (vabbè anche gli altri... :D )

ps, la pizza la voglio vera... :D
le cose virtuali lasciamole ai giochini mentali degli adolescenti!
muhahahha (oggi cattivissima)


@Ange... traditoraaaaa... :°°D
saprò come punirti!

angela ha detto...

nou tu sei unica nell'unicità dell'universo...

posso venire anche io per la pizza?

M@Mi ha detto...

HAHAHAHA Ange nel dubbio che quello che hai scritto possa essere o un complimento o un insulto, vieni anche tu, che se Leo mangia anche la mia pizza, io mangio te!
HAHAHAHA
:hug:
M@

Anonimo ha detto...

http://leologismi.blogspot.com/

Detto. Fatto.

Ang? Sei invitata anche tu..

(Perchè traditora?)

Anonimo ha detto...

Invitata al blog, intendo..

Per la pizza, invece, cosa prendi?
Facciamo un test?
Sei puntuale di solito?
Qual'è il tuo karma preferito?
Cos'è un karma e perchè è stato ferito prima?
Indica le iniziali del tuo cantante preferito.
25 orizzontale, il nome della canalis da studentessa. 5 lettere. la prima è un a T. La seconda è una R.
25 verticale, nome dell'antica citta turca del cavallo.
25 diagonale. non c'è.
25 diagonale inverso. c'è non.
25 diagonale inverso a capodanno.
C'è non di capodann.

(ach..)

...

"Ehi Mamy.. Sicuro che fosse zucchero vanigliato, quello sulla torta di stamattina?"

Momento lucidità: venite a trovarmi sul blog? Ho messo il tappetino nuovo, è ancora tutto da intonacare, ma odora tutto di pioggia appena scesa.. è bellissimo.. venite..