martedì 15 luglio 2008

Sig. Meibi_77 Distanze

Distanza incolmabile è quella tra la mente e le labbra.
E nello spazio del non detto restano raggrumate tutte le parole.
Rimbalzano, richiuse, sciogliendosi, scontrandosi, srotolandosi una dietro l'altra senza sosta, in infiniti dialoghi.

E quando qualcuna riesce a percorrere quello spazio infinito, muore nell'inutilità, nell'incomprensione, nel non senso.
Muore per poter solo guardare un diverso e isolato universo, irraggiungibilmente distante e chiuso.
Muore nel scoprirsi un compromesso, un passatempo, una illusione di similitudine, vicinanza e identità.
Muore in se stessa, restando solo una parola.
Un suono vuoto, che continua a riecheggiare, come prima, inascoltato.
M.

3 commenti:

trytounderstand ha detto...

Ce l'avrei messa una bella illustrazione, qui, ma mi viene in mente solamente un (brutto) sogno che feci qualche anno fa. In quel sogno c'erano un ragazzo e una ragazza che si guardavano dagli opposti monconi di un ponte crollato (o mai costruito? Non era molto chiaro...). Alle spalle di ognuno una casa ed un giardino, uno incolto e uno rigoglioso. Nessuno dei due parlava, ma la situazione era tale che, se anche le parole fossero uscite, la distanza e il rumore del fiume sottostante avrebbero coperto ogni suono...
Try

M@Mi ha detto...

Si.. sarebbe stata l'"illustrazione" perfetta, il simbolo di quanto ho scritto ..
perchè non è un sogno, è reale, metafora o no, è reale.

solo che ora mi viene da raccontarle invece che illustrarle.
Non lo so perchè, non c'entra che in questi giorni ho lo febbre esprimibile in giga (la vendetta della finestra aperta di notte) e sono un bradipo, come si può intuire...
E' che, non lo so spiegare... è il non senso di tutto, Meibi stesso, vedendo anche tante altre cose in giro, come dire.. a che serve?
solo a tirarmi dietro prediche..
e quello che lui prova è talmente vero da non riuscire ad esistere nememno in senso virtuale.
Non ha senso.
forse.
Forse è solo abitudine, o magari un bisogno puerile di esternare qualcosa.. però... non è certo necessario o sensato.
ari-forse
M@

trytounderstand ha detto...

il bisogno puerile di esternare qualcosa non è necessariamente un fatto negativo. Nel senso che non ho mai associato il termine "puerile" ad un qualcosa di negativo. I bambini sono molto diretti, ti fanno capire subito di cosa hanno bisogno e che cosa provano, ci sono momenti in cui vorrei essere "puerile" anche nelle cose che faccio ogni giorno, per coglierne le sfumature più sottili, per provare a fare davvero quello che mi sembra più giusto in quel momento e per dire, senza ulteriori filtri, quello che penso in quel momento...
Sono le convenzioni, la diplomazia, le necessità formali, quelle che a volte ci fanno filtrare le emozioni fino a trasformarle da una pioggia di colori ad un semplice paesaggio statico in bianco e nero (o in scala di grigi, per dirla "informaticamente).
Forse, eh...
:*
Try