Di fronte al dolore le parole non servono. Ci affanniamo a dire, dire, dire... ma non siamo capaci di fare la cosa + semplice: regalare un sorriso a chi ci sta intorno, che non se ne fa nulla di consigli non richiesti. Forza, Meibi!
Non proprio, le parole arrivano eccome e fanno molto male in ogni caso, così come bene.. I consigli non richiesti e stereotipati,su questo siamo d'accordo: non se ne fa nulla nessuno... La differenza su tutto però la fa chi le frasi le pronuncia e soprattutto da cosa ti aspetti (o sotto-sotto speri) dica quel/la persona e anche, ovviamente, dal come... Così come il sorriso che può essere di comprensione o d'affetto, certo, ma anche di scherno, disprezzo o pena e forse -quest'ultima - è la cosa peggiore... La relazione rappresentata qui si può concludere tanto con una scrollata di spalle (leggasi vaffanculo) quanto con un ulteriore dolore senza fine, a conferma dell'inutilità di ogni tentativo di comunicazione e apertura. come ogni cosa: dipende... Il titolo sarebbe potuto anche essere "parole sante" visto che letteralmente sono vere (peccato che una tale manifestazione d'affetto distrugga definitivamente, oltrettutto: chi l'ha detto che chi vuole morire non vuole vivere in senso assoluto,esattamente come lo vorrebbe un bambino?), o "incoerenza" visto che la prima frase e il tono sono totalmente in contraddizione con la seconda... e tutte queste cose arrivano, eccome se arrivano... e lasciano solo il vuoto. M.
Si, si ma anche io certo! Per i bambini, per le mamme, per chiunque, anche i fetenti!!
solo che non c'è una giustizia tout-cour, non c'è un perchè, non c'è un merito, un "ho lottato,quindi" o un desiderio... succede e basta...
Ma è triste quando qualcuno che dice di volerti bene ti "baratta" senza considerare che magari anche tu vorresti vivere (e chi lo sa che magari quel bambino diventerà pure un serial killer stragista di piazza ... ma anche no, certo... però.. vabbè era una provocazione).
E' che magari è lo stesso affetto a cui cerchi di appigliarti per restare, per trovare un motivo e resistere, per dire "se lo faccio faccio soffrire qualcuno, non lo devo fare..." e invece ... della serie: "nessuno è indispensabile, tu meno degli altri..."
Non sto a ribadire che queste cose sono vere. :( M.
Riflessioni part-time e weltanschauung di un depresso aspirante suicida ...Forse.
ISTRUZIONI PER L'USO
Meibi è un punto di vista squisitamente soggettivo, ma non per questo avulso dalla realtà (nel senso di documentata e documentabile oltre che vissuta); è solo un modo, tra i tanti possibili, di leggerla e di essere nel mondo.
Questo spazio non vuole essere offensivo nè promotore di azioni insane... Non vuole scoraggiare dall'iniziare o proseguire alcun tipo di terapia, nè vuole suggerirne una piuttosto che un'altra. Nonostante ciò, siamo assolutamente contrari alla somministrazione di farmaci psicoattivi in età pediatrica ed adolescenziale (salvi i casi in cui, a causa della patologia, ci sia pericolo per l'incolumità personale). MaMi + C.C.
N.B.
Gli SPENSIERI e le risposte nei commenti, sono esclusivamente frutto delle gaie elecubrazioni sparse di M@, che attraverso Meibi prova a raccontare la Depressione di tanti.
Ricordare, ricordare è come un po' morire tu adesso lo sai perché tutto ritorna anche se non vuoi e scordare, e scordare è più difficile ora sai che è più difficile se vuoi ricominciare...
ricordare, ricordare, come un tuffo in fondo al mare ricordare, ricordare, quel che c'è da cancellare e scordare, e scordare, è che perdi cose care e scordare, e scordare, finiranno gioie rare...
( E. Morricone)
Branduardi
La Crus
Che ne sai di me? Delle mie manie, che ne sai? Delle mie paure che non vanno via, che ne sai? Delle mie preghiere delle mie bugie, che ne sai? Delle mie promesse fatte per stupire, che ne sai? Quello che tu sai di me, è il monologo dei tuoi perché. Ma se te ne vai, porta via tutti i cocci e conservali, Tienili per chi ti amerà, dopo me, Dalli in cambio per quell'uomo che non hai. Delle mie incertezze, delle mie euforie, che ne sai? Delle mie lusinghe dette per stupire, che ne sai? Quello che tu sai di me è il monologo dei tuoi perché. Ma se te ne vai, porta via tutti i cocci e conservali, Tienili per chi ti amerà dopo me, Dalli in cambio per quell'uomo che non hai. Dei miei pomeriggi a credermi ad amare, che ne sai? Che ne sai di me, stanco a questo gioco, che ne sai? Ma se te ne vai, porta via tutti i cocci e conservali, Tienili per chi ti amerà dopo me, Dalli in cambio per quell'uomo che non hai.
LA CRUS L'uomo che non hai Dietro la curva del cuore, 1999
Anno: una serie di trecentosessantacinque delusioni (A. Bierce)
4 commenti:
Di fronte al dolore le parole non servono.
Ci affanniamo a dire, dire, dire... ma non siamo capaci di fare la cosa + semplice: regalare un sorriso a chi ci sta intorno, che non se ne fa nulla di consigli non richiesti.
Forza, Meibi!
Non proprio, le parole arrivano eccome e fanno molto male in ogni caso, così come bene..
I consigli non richiesti e stereotipati,su questo siamo d'accordo: non se ne fa nulla nessuno...
La differenza su tutto però la fa chi le frasi le pronuncia e soprattutto da cosa ti aspetti (o sotto-sotto speri) dica quel/la persona e anche, ovviamente, dal come...
Così come il sorriso che può essere di comprensione o d'affetto, certo, ma anche di scherno, disprezzo o pena e forse -quest'ultima - è la cosa peggiore...
La relazione rappresentata qui si può concludere tanto con una scrollata di spalle (leggasi vaffanculo) quanto con un ulteriore dolore senza fine, a conferma dell'inutilità di ogni tentativo di comunicazione e apertura.
come ogni cosa: dipende...
Il titolo sarebbe potuto anche essere "parole sante" visto che letteralmente sono vere (peccato che una tale manifestazione d'affetto distrugga definitivamente, oltrettutto: chi l'ha detto che chi vuole morire non vuole vivere in senso assoluto,esattamente come lo vorrebbe un bambino?), o "incoerenza" visto che la prima frase e il tono sono totalmente in contraddizione con la seconda...
e tutte queste cose arrivano, eccome se arrivano... e lasciano solo il vuoto.
M.
ma tu sai che avvolte lo penso anche io quando vedo o sento storie simili... ormai mi dico tutto da me
Si, si ma anche io certo! Per i bambini, per le mamme, per chiunque, anche i fetenti!!
solo che non c'è una giustizia tout-cour, non c'è un perchè, non c'è un merito, un "ho lottato,quindi" o un desiderio... succede e basta...
Ma è triste quando qualcuno che dice di volerti bene ti "baratta" senza considerare che magari anche tu vorresti vivere (e chi lo sa che magari quel bambino diventerà pure un serial killer stragista di piazza ... ma anche no, certo... però.. vabbè era una provocazione).
E' che magari è lo stesso affetto a cui cerchi di appigliarti per restare, per trovare un motivo e resistere, per dire "se lo faccio faccio soffrire qualcuno, non lo devo fare..." e invece ... della serie: "nessuno è indispensabile, tu meno degli altri..."
Non sto a ribadire che queste cose sono vere.
:(
M.
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